Dopo aver visto cos’è e come funziona il diaframma, parliamo di un altro concetto fondamentale della fotografia: il tempo di posa (o velocità dell’otturatore).
Cos’è il “tempo di posa”? È quell’intervallo di tempo durante il quale la luce che attraversa l’obiettivo raggiungere il sensore della macchina fotografica.
L’Otturatore
L’otturatore è il meccanismo che, aprendosi e chiudendosi per un intervallo di tempo pari al tempo di posa impostato, regola il passaggio della luce.
Ne esistono di due tipologie:
- A tendina
- Centrale
Quello a tendina è utilizzato sulle macchine reflex, ed è composto da due superfici (le “tendine”) che scorrono verticalmente davanti al sensore; quello centrale è composto da lamelle disposte a raggiera (in modo simile al diaframma) e, utilizzato generalmente per macchine di medio e grande formato, è situato nell’obiettivo.
L’otturatore a tendina permette di raggiungere tempi di posa più rapidi ed essendo integrato nel corpo macchina, gli obiettivi per macchine con otturatore a tendina sono solitamente più economici e più leggeri. D’altro canto l’otturatore centrale offre minori vibrazioni e un tempo di sincronizzazione flash molto più rapido (ne parliamo più giù in questo articolo).
La Scala
Il tempo di posa viene indicato generalmente con la lettera “t” e, come per i diaframmi, esiste una scala standardizzata (espressa in secondi o frazioni di secondo):
… 4 2 1 1/2 1/4 1/8 1/15 1/30 1/60 1/125 1/250 …
È necessario prestare attenzione a come questa scala viene riprodotta nelle macchine fotografiche; infatti generalmente la frazione scompare e, per esempio, un tempo di 1/250 di secondo, viene visualizzato solo con 250. Avvicinandosi a tempi più lenti, troviamo i valori 0.5”, 1”, 2”, ecc… Cioè appare il simbolo “ dei secondi. Attenzione quindi a non confondere 4 (che rappresenta un tempo di 1/4 di secondo), con 4” (ovvero 4 secondi).
Quello che troveremo è quindi:
… 4” 2” 1” 0.5” 4 8 15 30 60 125 250 …
Tra un valore ed il successivo il tempo di posa si dimezza o raddoppia, come quindi la quantità di luce che viene lasciata passare. Analogamente alla scala dei diaframmi, quindi, l’intervallo tra un valore e l’altro è di 1 stop.
L’estremo superiore della scala è solitamente 1/8000 (nelle macchine professionali) o un 1/4000 (nelle macchine consumer) di secondo.
All’estremo inferiore invece possiamo trovare, dopo il minimo valore numerico (di solito 30”) una o due lettere:
- B : Posa B (Bulb). L’otturatore rimane aperto finché il pulsante di scatto rimane premuto.
- T : Posa T (Time). L’otturatore si apre con la prima pressione del pulsante di scatto, e rimane aperto finché il pulsante di scatto non viene premuto una seconda volta.
Valori Intermedi
Esattamente come per la scala dei diaframmi, anche per la scala dei tempi di posa esistono dei valori intermedi tra uno stop e l’altro. Le possibilità sono:
Passi di 1/2 stop:
… 4” 3” 2” 1”5 1” 0”7 0”5 0”3 4 6 8 10 15 20 30 45 60 90 125 180 250 …
Passi di 1/3 di stop:
… 4” 3”2 2”5 2” 1”6 1”3 1” 0”8 0”6 0”5 0”4 0”3 4 5 6 8 10 13 15 20 25 30 40 50 60 80 100 125 160 200 250 …
Implicazioni
Esattamente come per il diaframma, il tempo di posa è uno degli strumenti che il fotografo ha per regolare la quantità di luce che andrà a colpire il sensore.
Se l’otturatore rimane aperto a lungo, passerà una grande quantità di luce; se rimane aperto per un breve istante, passerà poca luce.
La cosa da tenere presente, al momento di impostare il tempo di posa per uno scatto, è che con tempi lunghi si va incontro al rischio del mosso.
Conviene distinguere due tipologie di mosso:
- Mosso del fotografo
- Mosso del soggetto
Mosso del fotografo
Sono le vibrazioni provocate dal fotografo quando scatta a mano libera.
Come regola indicativa si consiglia di non scattare con tempi inferiori dell’inverso della focale; per esempio, scattando con un 50mm, non si dovrebbe scattare a tempi inferiori di 1/50; con un 100mm, non meno di 1/100. Al di sotto di questi tempi, conviene ricorrere all’uso del cavalletto.
Molti obiettivi moderni hanno dei meccanismi di riduzione delle vibrazioni, che rendono possibile scattare a mano libera anche a tempi molto inferiori della regola accademica.
Mosso del soggetto
È il mosso provocato dal movimento del soggetto fotografato. Cavalletto e riduzione delle vibrazioni non servono a niente in questo caso. Se voglio fotografare un soggetto che si sposta rapidamente e congelare il suo movimento, dovrò per forza utilizzare dei tempi molto brevi.
Il mosso può anche essere qualcosa di voluto, come scelta artistica o come per la tecnica del “panning”, che consiste nel seguire con l’inquadratura il soggetto in movimento, in modo da ottenere il soggetto nitido, e lo sfondo mosso.
Photo by Matthias Meyer on Unsplash
[Consiglio: per scattare una foto ad un soggetto in veloce movimento usando la tecnica del panning, oltre ad avere un tempo sufficientemente lento da rendere mosso lo sfondo, continuate a seguire il soggetto anche DOPO aver scattato. Non interrompete il movimento subito dopo lo scatto!]
Tempo di sincronizzazione
Per gli amici detto anche “tempo di sincro”, indica il minimo tempo di posa impostabile nel caso in cui si scatti usando un flash. È un valore proprio della macchina fotografica, in quanto dipende direttamente dalla qualità costruttiva dell’otturatore. Per come sono costruiti, gli otturatori centrali riescono ad avere tempi di sincronizzazione molto rapidi, anche 1/800 o 1/1600 di secondo. Gli otturatori a tendina invece hanno tempi di sincronizzazione tipicamente tra 1/60 e 1/250 di secondo.
Cosa succede quindi se, scattando con il flash, la nostra macchina fotografica ha un tempo di sincro di 1/250 e noi impostiamo t=1/500 ?
La foto che otterremo avrà una banda sottoesposta o addirittura nera.
Come mai succede questo? Vediamo di capirlo dal funzionamento dell’otturatore a tendina:
- Prima dello scatto il sensore è completamente coperto dalla prima tendina:
- Appena viene premuto il pulsante di scatto, il diaframma si chiude alla dimensione impostata e la prima tendina scende, lasciando il sensore esposto alla luce:
- Passato il tempo di posa, scende anche la seconda tendina, che copre nuovamente il sensore, terminando così l’esposizione:
- A questo punto entrambe le tendine risalgono per tornare nella posizione iniziale:
Ecco una animazione che mostra il meccanismo dell’otturatore a tendina:
Nel caso in cui il tempo di posa sia più breve del tempo sincro, il movimento delle tendine non è abbastanza veloce da permettere una esposizione uniforme del sensore; non esiste cioè, un momento in cui tutto il fotogramma sia esposto.
Quello che succede infatti è che la seconda tendina comincia a scendere prima che la prima tendina abbia finito la sua corsa, creando quindi una specie di “feritoia” che scorre verso il basso ed espone il sensore “un po’ alla volta”.
Anche se il sensore non è esposto tutto nello stesso momento, ogni sua parte lo è per esattamente il tempo t impostato.
Essendo però la durata del lampo flash molto più breve del tempo di esposizione t, il sensore verrà raggiunto dalla luce del flash in un momento in cui solo una sua porzione sarà visibile! Il resto del fotogramma quindi non viene illuminato dal flash, e risulterà sottoesposto!
L’altro tipo di otturatore, quello “centrale”, viene solitamente utilizzato nelle macchine di medio e grande formato. È un meccanismo più piccolo e, a differenza dell’otturatore a tendine, si trova nell’obiettivo, anziché nel corpo macchina.
Questo tipo di otturatore offre alcuni vantaggi, come un tempo di sincronizzazione più rapido (anche 1/800 di secondo) e minori vibrazioni, al costo di una massima velocità inferiore (solitamente 1/1000 o 1/1600 di secondo).
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